Gestione del personale, stai a vedere che il non profit insegna alle multinazionali? Una ricerca di Community presentata in Bottega del Mondo a Forlì, tra un cioccolatino (equosolidale) e l’altro

Lo scorso weekend abbiamo veramente messo insieme l’utile e il dilettevole…ovvero cioccolato e ricerca sociale! Il tutto in una cornice che non poteva essere più adatta, la Bottega di Altromercato a Forlì, nostri grandi amici. C’era tantissima gente, bambini delle scuole, famiglie, volontari della Bottega, gente di passaggio. Tutti ad assaggiare il delizioso cioccolato di Modica della cooperativa Quetzal…anzi più che assaggiare, farne una scorpacciata, soprattutto i bimbi!

Poi siamo passati alle cose serie (si fa per dire, anche il cioccolato è serissimo, soprattutto se equosolidale): il nostro presidente Federico Spazzoli ha presentato l’ultima fatica del Centro Studi, la ricerca “Le leve strategiche del management aziendale: un confronto tra modelli di gestione e sviluppo del personale del  for profit e del non profit” . Intervistando 38 organizzazioni, dimostriamo che il non profit la sa molto più lunga del profit quando si tratta di persone  (cioè la cosa più importante, anche nel  business): sa  motivare, sa esprimere leader senza gerarchie, rende creativi e innovativi. Sarà la spinta ideale, sarà che i pochi soldi aguzzano l’ingegno, fatto sta che nel campo delle risorse umane le imprese sociali sanno fare meglio delle multinazionali. Leggere per credere.

Per saperne di più: www.centrostudicommunity.com

2 Responses to Gestione del personale, stai a vedere che il non profit insegna alle multinazionali? Una ricerca di Community presentata in Bottega del Mondo a Forlì, tra un cioccolatino (equosolidale) e l’altro

  1. Antonio Tamarozzi ha detto:

    L’argomento non profit é veramente interessante e soprattutto io credo sia la strada giusta per cambiare il futuro, in tutti i campi.
    Togliere l’ossessione del profitto non può far altro che bene alla vita lavorativa delle persone.Io sono un impiegato di banca, quando ero in filiale ero sempre in ansia per raggiungere il mio budget(parola che ha rovinato il mondo del lavoro) e naturalmente non lo raggiungevo quasi mai, perché lavorare con l’ansia di non farcela ti porta quasi sempre a non farcela davvero e ti porta a provare a vendere per forza senza un’etica di base.
    La strada per arrivare ad un non profit come modello da seguire sarà lunga e piena di ostacoli, ma secondo ma è l’unica strada da seguire.
    In bocca al lupo.

    • Federico Spazzoli ha detto:

      Caro Antonio, ebbene si l’ansia da budget spesso arreca danni a chi si trova in posizioni commerciali.
      Noi pensiamo che la persona e le sue potenzialità siano il vero “asset”, come dicono i tecnici, di ogni azienda.
      Il non profit può insegnare proprio questo, valorizzare le peculiarità e la creatività di ognuno di noi.
      La leadership è un altro tema che il for profit ci “invidia” molto: le aziende senza scopo di lucro naturalmente sviluppano modelli di leadership originali ed innovativi. Sai qual è il problema? Non ne sono consapevoli!
      Infine la motivazione: ognuno di noi dovrebbe trovare un senso in quello che fa, nel lavoro in particolare, dato che trascorriamo una buona parte della nostra vita in ambienti professionali.
      Per concludere, come affermi giustamente tu, la strada sarà lunga ma forse è l’unica percorribile!

      Un abbraccio.
      Federico Spazzoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *