A proposito di leadership

Proprio ieri, sulle pagine di IL, supplemento de Il Sole 24 Ore, Sofia Ventura, assistente del Prof. Angelo Panebianco quando frequentavo la Facoltà di Scienze Politiche Internazionali a Forlì, ha chiaramente parlato di leadership nel contesto politico nazionale.

Un articolo interessante che va oltre la mera analisi delle virtù di un leader politico: riguarda, a mio parere, il mondo delle aziende, quello delle università ed il settore pubblico più in generale.

Ventura sostanzialmente afferma che il leader è colui che, oltre ad essere autorevole, si circonda di persone migliori di lui nei rispettivi ambiti di azione e non di collaboratori fedeli e, aggiungo io, asserviti a logiche di mera convenienza e potere.

Mi è capitato spesso invece di riscontrare nelle aziende for profit ed anche in organizzazioni senza scopo di lucro, la mancanza palese di guida, il non esprimere una visione strategica andando oltre il proprio specifico interesse, agendo in una logica di sistema e di servizio.

Quanto costa tutto questo in termini di efficacia ed efficienza nel medio-lungo periodo, quante energie umane ed intellettuali vengono bruciate, quante persone vengono sacrificate per questo ed infine che impatto ha sui conti di un’azienda il non essere leader da parte di alcuni dirigenti?

Molto direi, proprio in un momento storico nel quale sarebbe opportuno fare molto con poco, usare la creatività e l’innovazione per aggiornare i fattori ed i processi produttivi, sfruttare il talento di ogni singolo dipendente per migliorare il clima aziendale e la produttività.

Spero che la leadership e soprattutto il modo in cui si è leader e si diventa tali, divenga oggetto di un ampio dibattito scientifico e culturale nel nostro paese.

Federico Spazzoli

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